Se questa è umanità

“Restiamo umani” era l”adagio del povero Vittorio Arrigoni.
Ebbene ieri tutto il mondo ha assistito a qualcosa che neppure si avvicina al concetto comune di “umanità”.
Inveire, calpestare, pestare e infine giustiziare sommariamente una persona è diventato uno show mediatico, una gara a chi mostra per primo le immagini truci del dittatore nei suoi ultimi istanti di vita, la rincorsa a soddisfare la morbosa curiosità di una società sonnolenta che risveglia i propri istinti più bassi stimolata dall”oggetto-mezzo televisivo.
Tutto questo non mi appartiene.
La disperazione, la voglia di vendetta, la rivalsa sull”oppressore è comprensibile, la trasformazione dell”essere umano in bestia assetata di sangue non lo è.
Per fare giustizia esiste la legge, la legge è concepita dalla società.
Se la società non è in grado di applicare la legge non può definirsi tale, e poiché la società è composta da donne e uomini, la prospettiva cambia radicalmente e assume i contorni di un sinistro ritorno a tempi oscuri in cui il più forte vince sul più debole che potrà diventare più forte e distruggere così colui che l”aveva vinto, e così via in un crescendo di violenza e disperazione senza fine.
Coloro che subiscono dei torti hanno il dovere di essere migliori di coloro che impongono la forza, e questo in virtù del fatto che solo così è pensabile la costruzione di una società migliore di quella che viviamo, in cui interesse, egoismo, personalismo esasperato, disperazione, scavano piano piano -come una goccia insistente sulla pietra- l’animo delle persone fino ad arrivare al cuore, all”anima e infettando come un virus il profondo di ciascuno.
Questa non può essere l”umanità; ciò che si è visto negli schermi domestici è solo una brutta pagina di una storia che dobbiamo contribuire a rendere a lieto fine, tutti noi, ogni giorno.
Per noi stessi ma, soprattutto, per i nostri figli.

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