Poema epico in memoria dell’1-2 in terra romanista.

Del figlio di Bruno cantami, o diva
Di Daniele, e della sua storia
Che in tempi di crisi e aumenti di IVA
Riempie i cuori sardi di onore e gloria
E dell’amicizia con il marocchino
El Kabir Mostafa, tozzo e potente
Piccolo,ma con un grosso zucchino
Come tutti i maschi della sarda gente

Nella trasferta in terra di Roma
Ritorno per l’uno, la prima per l’altro
Diedero prova più che d’esser muli da soma
Di esser il geometrico e lo scaltro
In campo i due diedero battaglia
Per un buono primo tempo, e assai meglio il secondo
E i giallorossi, come un fuoco di paglia
Ardevano e sudavano, girando a vuoto e in tondo

Sardi d’adozione, le usanze impararono
Del rispetto, del formaggio e anche del vino
Che a tutta la squadra trasmetterono
E dell’amore, talvolta con le donne, talaltra con l’ovino
Cosicché, per la vittoria nel recupero fatale
Ch’ssi desideravano più di ogni cosa
Non trovando altra donna o pecora laziale
In due s’inchiappettarono la povera lupa boriosa

@Gigi Carreras 2011

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